CEFALEA ? EMICRANIA ?

BIOFEEDBACK UNA POSSIBILE SOLUZIONE


di Luca MAZZUCCO

CEFALEA, EMICRANIA, MAL DI TESTA affligono il 15% della popolazione mondiale e possono condizionare la qualità di vita della persona. Il TRATTAMENTO FARMACOLOGICO costituisce la modalità di intervento più diffusa, ma spesso non è risolutiva. Il BIOFEEDBACK rappresenta un’altra possibilità di intervento e può essere utilizzato come alternativa o complemento agli interventi farmacologici, in funzione della gravità presentata dal singolo soggetto.


BIOFEEDBACK: COS'E'

Il biofeedback rappresenta un metodo d'intervento non farmacologico nei casi di cefalea (o Mal di testa) e può essere utilizzato come alternativa o complemento agli interventi farmacologici, in funzione della gravità del singolo caso.

Il Biofeedback, insieme a un supporto psicologico specifico, permette al paziente di:

  • imparare ad agire sul proprio sistema nervoso autonomo
  • imparare a gestire la contrazione muscolare, in particolare frontale e del trapezio
  • riconoscere e gestire gli stati ansiosi e stressogeni
  • ridurre la percezione del dolore
  • identificare e controllare i parametri fisiologici e ambientali coinvolti nella comparsa dell’emicrania

Il Biofeedback non presenta controindicazioni e si basa su una lunga sperimentazione scientifica cominciata negli anni ’70. I numerosi studi a disposizione ne hanno ampiamente dimostrato l'efficacia nel trattamento della cefalea muscolo-tensiva, dell’emicrania e della cefalea a grappolo.


MAL DI TESTA, EMICRANIA, CEFALEA: IMPARIAMO A RICONOSCERLE

Con MAL DI TESTA o CEFALEA si indica un dolore provato a livello della testa o del collo. Si tratta di un disturbo molto diffuso e spesso invalidante. Dato che il tessuto cerebrale non è sensibile al dolore, questo deriva da perturbazione delle strutture che si trovano intorno al cervello, come cranio, muscoli, nervi, arterie, vene, occhi, orecchie, seni paranasali, mucose e tessuti sottocutanei. La International Headache Society distingue i seguenti tipi di MAL DI TESTA (o CEFALEA):

EMICRANIA

Sintomi tipici: Dolore pulsante unilaterale, associato a nausea e alterazione della vista

L'emicrania è caratterizzata da cefalee ricorrenti ed è spesso associata a sintomi del sistema nervoso autonomo come nausea, vomito, fotofobia, fonofobia. La parola emicrania è di origine greca e significa "dolore su un lato della testa". Solitamente, infatti, si manifesta monolateralmente e ha natura pulsante, con una durata che può variare da 2 a 72 ore. L’emicrania può essere preceduta da aura, un disturbo transitorio di tipo visivo, sensoriale, motorio o del linguaggio. Il trattamento farmacologico tipico consiste in un analgesico (ibuprofene o paracetamolo) per il mal di testa, associato a un antiemetico per la nausea. Triptani o ergotamina possono essere utilizzati da persone che risultano resistenti agli analgesici. L’emicrania sembra avere una importante base genetica, visto che i figli di genitori che soffrono di emicrania presentano tra il 35 e il 51% di possibilità di sviluppare a loro volta lo stesso disturbo. Le cause scatenante possono essere diverse: stress emotivi, ansia, depressione, disturbi del sonno, episodio di cefalea muscolo-tensiva, fumo, assunzione di alcol, ciclo mestruale, utilizzo di pillola anticoncezionale, astinenza da caffeina, assunzioni di cibi contenenti tiramina (vino rosso, formaggio stagionato, pesce affumicato, fichi) o glutammato monopodico o mitrati (insaccati) o glutine o aspartame. In tutti questi casi sembrano verificarsi eventi neurovascolari che coinvolgano la vasodilatazione-costrizione dei vasi sanguigni cerebrali.

CEFALEA MUSCOLO-TENSIVA

Sintomi tipici: Gravativo-Costrittivo bilaterale che può andare dalle spalle alla fronte

La cefalea muscolo-tensiva è caratterizzata da dolore di tipo gravativo-costrittivo. In pratica il soggetto riporta una forte compressione della testa. Il dolore non è pulsante ed è quasi sempre bilaterale. Generalmente dura 4-6 ore, ma può anche manifestarsi per diversi giorni, mesi e talora per anni. La dolorabilità dei muscoli della testa può aumentare alla palpazione manuale. La sua comparsa o intensità è influenzata da vari fattori, quali: stress emotivi, ansia, depressione, disturbi del sonno, posture errate, astinenza da caffeina, bruxismo (digrignamento dei denti durante il sonno e/o veglia). Anche in questo caso è fondamentale il ruolo del sistema nervoso autonomo. Il trattamento farmacologico della cefalea muscolo-tensiva prevede l’uso di analgesici (es. ibuprofene o paracetamolo). Ma, l’uso frequente di tali farmaci può favorire una cronicizzazione della patologia.

CEFALEA A GRAPPOLO

Sintomi tipici: dolore trafittivo molto intenso, in zona oculare unilaterale 

La cefalea a grappolo si manifesta principalmente nel sesso maschile ed è caratterizzata da un doloro molto intenso di tipo trafittivo, tipicamente unilaterale. Il dolore è localizzato nell'area peri-oculare e retro-oculare, con interessamento della regione frontale, temporale e mascellare, e colpisce quasi sempre nello stesso punto. Si irradia, a volte, a collo e spalla. La cefalea a grappolo presenta il susseguirsi di fasi dolorose e fasi remissive, dette “grappolo”. Ogni singola fase dolorosa può durare dai 15 ai 180 minuti e può ripetersi più nella stessa giornata. L'intenso dolore è causato dall'eccessiva dilatazione dei vasi cranici che generano pressione sulle terminazioni sensitive del nervo trigemino. Sintomi correlati possono essere: lacrimazione, congestione nasale, agitazione, sudorazione frontale, nausea, vomito, fotofobia, fonofobia, ptosi palpebrale (tendenza a chiudere la palpebra). La cefalea a grappolo è detta anche cefalea ad orologeria, per la regolarità degli attacchi. Questo ha spinto a valutare il coinvolgimento del sistema nervoso autonomo, dei ritmi sonno-veglia e dei pasti. Sono frequenti infatti frequenti attacchi notturni in fasi di sonno REM e in fase post-prandiale. Numerose sono le situazioni scatenanti la cefalea a grappolo: assunzione di alcol, fumo, assunzione di istamina, disturbi del sonno, modifica delle abitudini alimentari, sbalzi termici o barometrici, stress emotivi. La familiarità incide per il 23% dei casi e sembra arrivare a 3 generazioni. Il trattamento farmacologico della cefalea a grappolo prevede tipicamente una terapia sintomatica, che mira a interrompere l'episodio doloroso (es.triptani) e una terapia di mantenimento (es. antiepilettici). Diversi pazienti riportano beneficio dal bere molta acqua, respirare aria fresca, raffreddare il corpo, bere caffè, fare un vigoroso sforzo fisico. In casi estremi può essere indicato l'intervento chirurgico con l’inserimento di elettrodi per la stimolazione cerebrale profonda, che agisce anche sul sistema nervoso autonomo parasimpatico.